RAPPRESENTAZIONI FUORVIANTI DELLE MAFIE AL NORD

La tesi della non esportabilità della mafia: secondo questa tesi, le mafie, essendo fortemente legate al proprio contesto di origine, non possono essere esportate in aree diverse da quelle di genesi. Questa tesi è stata a lungo dominante, tanto che si pensava di poter combattere il fenomeno mafioso mandando i sospettati di mafia al soggiorno obbligato in zone diverse da quelle di tradizionale attività. Le evidenze sulla presenza delle mafie al di fuori dai propri territori di origine smentiscono tale teoria.

La metafora del contagio: metafora sanitaria che viene utilizzata per spiegare l’espansione delle mafie in aree diverse da quelle di origine e in particolare nel Nord Italia. In base a questa prospettiva la mafia sarebbe un agente patogeno in grado di contaminare un corpo sano, cioè un nuovo territorio, che subirebbe in maniera passiva l’attacco perché non dotato dei necessari anticorpi. Una metafora simile a questa è quella dell’invasione, che rappresenta i mafiosi come un esercito che conquista inesorabilmente nuovi territori. Entrambe sono immagini che enfatizzano soltanto la pericolosità del fenomeno mafioso, ma che sottovalutano l’esistenza di fattori di contesto in grado di favorire l’insediamento delle mafie in un nuovo territorio.

La metafora del trapianto: secondo questa visione le mafie si riprodurrebbero identiche a sé stesse in ogni territorio di nuova espansione. In realtà, le evidenze mostrano come le mafie non riescano sempre a ricreare gli stessi modelli organizzativi e ad applicare le medesime modalità di azione delle zone di origine.   

La metafora della piovra: ipotizza una strategia centralizzata che guida le scelte di espansione delle mafie in nuovi territori. Tuttavia, pare improbabile la presenza di un vertice strategico in grado dall’alto di guidare e coordinare ogni scelta portata avanti dai singoli gruppi mafiosi.

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