Le mafie sono associazioni segrete e quindi devono occultare le proprie attività. Ma per loro è anche fondamentale essere riconosciute all’esterno, così da poter alimentare la propria reputazione criminale e imporre forme di controllo territoriale. Non è un caso, infatti, che i mafiosi siano ben conosciuti tra la popolazione, soprattutto nelle aree di insediamento tradizionale. Rendersi visibili è un requisito indispensabile anche per godere di consenso sociale, necessario alla sopravvivenza delle mafie. Come in qualsiasi regime totalitario, il potere mafioso sarebbe infatti molto più debole se basato soltanto sull’utilizzo della violenza.
Molte volte le mafie sono paragonate a un sistema di welfare parallelo, capace di supplire alle istituzioni nella fornitura di specifici servizi in territori degradati. Si tratta tuttavia di visioni fuorvianti, dal momento che non esistono mafiosi mossi dalla volontà di offrire sostegni universalistici. Non si registrano inoltre tentativi dei gruppi mafiosi di riscattare i ceti più poveri dalle ingiustizie, sebbene una narrazione dei mafiosi come moderni Robin Hood abbia ancora un certo successo. I mafiosi si comportano invece come “banditi stanziali”. Cercano cioè di essere strategicamente inclusivi verso le popolazioni dei contesti in cui agiscono, prelevando risorse selettivamente ma per periodi prolungati.
In questa logica, non stupisce la volontà dei soggetti mafiosi di prediligere la creazione di rapporti interpersonali solidi, che vanno aldilà del semplice rapporto di scambio di denaro che si esaurisce nella richiesta del pizzo. Può essere molto efficace a tal fine l’immagine della rete, particolarmente utile per descrivere le organizzazioni mafiose. Esse sono caratterizzate dalla chiusura dei rapporti all’interno ma da una forte apertura verso l’esterno. In queste reti i mafiosi non sono per forza al centro: sanno tessere relazioni sociali anche da posizioni defilate e dare così vita a reti con nodi diversi e di differente importanza. La forza delle reti mafiose sta proprio nella proiezione verso l’esterno, ovvero nella capacità di costruire un’ampia e diversificata . area di collusioni e complicità.
Approfondimenti
Per capire meglio come funziona il consenso delle mafie e come viene esercitato il loro potere nei territori in cui sono radicate si consiglia la lettura di R. Sciarrone, Mafia e potere, in «Stato e mercato», 3, 2006.
Per capire meglio la configurazione delle reti mafiose si suggerisce A. Scaglione, Reti mafiose, Franco Angeli, Milano 2011; F. Calderoni, Le reti delle mafie, Vita e Pensiero, Milano 2018.
Per approfondire il tema del welfare mafioso, senza il rischio di cadere in stereotipi, si rimanda a Colletti, Il welfare e il suo doppio, Ledizioni, Milano 2016.
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Martedi 02/04/2024 –
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Redazione